venerdì 7 gennaio 2011

lunedì 31 maggio 2010

RICERCHE E TESTI

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RICERCA CARAVAGGIO

Biografia [modifica]
Ragazzo con canestro di frutta, 1593-1594. Olio su tela, 70 x 67 cm. Roma, Galleria Borghese.
La giovinezza e la formazione (1571 - 1595) [modifica]

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio nacque intorno al 1571 dai genitori Fermo Merisi e Lucia Aratori originari di Caravaggio un piccolo centro del Bergamasco. La chiesa di Santo Stefano in Brolo si trova nel quartiere che alloggiava le maestranze della Veneranda fabbrica del Duomo e il padre di Michelangelo, di mestiere mastro muratore, probabilmente lavorava per essa al momento della nascita, mentre la famiglia di Michelangelo aveva come parrocchiale la Chiesa di santa Maria della Passerella.
I musici, 1594-1595. Olio su tela, 92 x 118,5 cm. New York, Metropolitan Museum of Art.

Nel 1577 però, a causa della peste, la famiglia Merisi si trasferisce a Caravaggio per sfuggire all'epidemia, ma inutilmente: muoiono infatti sia il padre che i nonni del pittore. Nel 1584, a tredici anni, dimostrando evidentemente un precoce talento pittorico, Michelangelo Merisi venne accolto nella bottega di Simone Peterzano (pittore di un certo successo all'epoca), allievo di Tiziano e attivo a Milano. "Il contratto di apprendistato lo firma la madre, il 6 aprile 1584: per poco più di quaranta scudi d'oro. (...) Va dietro il maestro ad affrescare, nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, in quella di San Barnaba". Crapa Pelada e il Caravaggio, "Corriere della Sera - Milano", 17 agosto 2009.

L'apprendistato del giovane pittore si protrasse per circa quattro anni, durante i quali apprese la lezione dei maestri della scuola lombarda e veneta. Giulio Mancini, uno dei suoi biografi, nelle "Considerazioni sulla pittura" del 1621, racconta dell'infanzia di Caravaggio, sottolineando il forte carattere dell'artista già in quei primi anni: «Studiò in fanciullezza per quattro o cinque anni in Milano, con diligenza ancorché di quando in quando, facesse qualche stravaganza causata da quel calore e spirito così grande». Il 6 aprile 1588 scadeva il contratto con il suo maestro; il giovane pittore probabilmente in quegli anni abbandonò Milano per trasferirsi a Venezia, per conoscere da vicino l'opera dei grandi maestri del colore, Giorgione, Tiziano e Tintoretto.
I bari. Olio su tela, 91,5 x 128,2 cm. 1594-1595, Fort Worth (Texas), Kimbell Art Museum.

In ogni caso, al di là della certa frequentazione della bottega del Peterzano, il seguito dell’apprendistato di Caravaggio (in particolare gli anni che vanno dal 1588 al 1592) resta piuttosto nebuloso e così l'individuazione delle fonti che hanno influenzato la sua pittura. Secondo il Longhi – in alternativa alla tesi “veneta” – di capitale importanza per lo sviluppo del futuro stile di Caravaggio sarebbe stata la riflessione giovanile sull’opera di alcuni maestri lombardi, soprattuttto di area bresciana, quali il Foppa, il Bergognone, Savaoldo, Moretto e il Romanino (che il Longhi definisce precaravaggeschi), maestri che avrebbero posto le basi di quelli che saranno i capisaldi dell’arte del Merisi. A questa scuola, il cui capostipite è individuato dal Longhi nel Foppa, si dovrebbero infatti l’avvio della rivoluzione luministica e la caratterizzazione naturalistica (contrapposta a certa aulicità rinascimentale) dei soggetti dipinti. Elementi centrali della pittura del Caravaggio.
Riposo durante la fuga in Egitto, 1596-1597. Olio su tela, 135,5 x 136,5 cm. Roma, Galleria Doria Pamphilj.

Nel 1592 Caravaggio si trasferisce a Roma e ha rapporti, più o meno fugaci, con diversi pittori locali. Prima presso un non meglio identificato pittore siciliano, autore di opere grossolane destinate alle fasce più modeste del mercato, poi ha un breve sodalizio con Antiveduto Gramatica e, infine, frequenta per alcuni mesi la bottega del Cavalier d'Arpino. Successivamente per una malattia viene ricoverato presso l'Ospedale della Consolazione e a causa di questo evento interrompe il rapporto con il Cesari. Durante queste esperienze probabilmente Caravaggio venne impiegato come esecutore di nature morte e come realizzatore di parti decorative di opere più complesse, ma in merito non si ha nessuna testimonianza certa. Un'ipotesi, priva in ogni caso di riscontro documentale, è che Caravaggio possa aver realizzato i festoni decorativi della Capella Olgiati, nella Basilica di Santa Prassede a Roma, cappella affrescata dal Cavalier d’Arpino.
I successi degli anni romani (1595 - 1606) [modifica]
Giuditta che taglia la testa a Oloferne, 1598-1599. Olio su tela, 145 x 195 cm. Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini.
L'amicizia con il cardinal Del Monte [modifica]

Grazie a Prospero Orsi (meglio noto come Prosperino delle Grottesche), pittore con il quale strinse una forte amicizia, il Merisi nel 1595 conobbe il suo primo protettore: il cardinal Francesco Maria Del Monte, grandissimo uomo di cultura ed appassionato d'arte che, incantato dalla sua pittura, acquistò alcuni dei suoi quadri; il giovane lombardo entrò al suo servizio, rimanendovi per circa tre anni. Il Del Monte secondo il Bellori: «ridusse in buono stato Michele e lo sollevò dandogli luogo onorato in casa fra i gentiluomini».

La fama dell'artista grazie al suo importante committente cominciò a decollare all'interno dei più importanti salotti dell'alta nobiltà romana. L'ambiente fu scosso dalla sua rivoluzionaria pittura che si pose immediatamente al centro di forti discussioni ed accese polemiche. Grazie alle commissioni e ai consigli dell'influente ed illuminato prelato, Caravaggio mutò il suo stile: abbandonando le tele di piccole dimensioni ed i singoli ritratti e cominciando a dedicarsi alla realizzazione di opere complesse con gruppi di più personaggi che interagiscono tra loro, descrivendo all'interno di un'ambientazione un episodio specifico. Uno dei primi lavori di questo periodo è il Riposo durante la fuga in Egitto.

Nel giro di pochi anni la sua fama crebbe in maniera esponenziale, Caravaggio divenne un mito vivente per un'intera generazione di pittori che ne esaltavano lo stile e le tematiche.
Vocazione di San Matteo, 1599-1600, chiesa di San Luigi dei francesi, Roma.
Le prime commissioni importanti [modifica]

Nel 1599 Caravaggio, grazie all'aiuto del cardinal Del Monte, ricevette la prima commissione pubblica per due grandi tele da collocare all'interno della cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. I dipinti che Caravaggio doveva realizzare riguardavano degli episodi tratti dalla vita di san Matteo: la vocazione ed il martirio.

In meno di un anno il pittore concluse le due opere, e tale fu il successo di questi due dipinti che Caravaggio ebbe immediatamente un altro importante incarico per la Chiesa di Santa Maria del Popolo. Per ordine del monsignor Tiberio Cerasi, che aveva acquistato una cappella della chiesa romana, gli vennero commissionati due dipinti: la Crocefissione di San Pietro e la Conversione di san Paolo. Contemporaneamente gli fu chiesta la realizzazione di una terza tela per la Chiesa di San Luigi dei Francesi: San Matteo e l'Angelo. Il pittore, nonostante conoscesse bene il gusto estetico dei suoi committenti, scelse dei soggetti popolari, che esprimessero in una dimensione reale e drammatica lo svolgersi degli eventi, rappresentando così i valori spirituali della corrente pauperista all'interno della Chiesa Cattolica.

La prima versione del San Matteo e l'Angelo, distrutta in Germania durante la Seconda guerra mondiale, fu però rifiutata e poi sostituita con quella ancora in loco dipinta nel 1602. La stessa sorte toccò ai due quadri per la Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo, che dopo esser stati rifiutati vennero comprati dal cardinal Giacomo Sannesio.

La descrizione da parte del Bellori dell'episodio del rifiuto della pala di San Matteo e l'Angelo, fa da introduzione ad un altro importante protettore di Caravaggio:
Conversione di San Paolo, 1600-1601, Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.
« Qui avvenne cosa, che pose in grandissimo disturbo, e quasi fece disperare Caravaggio in riguardo della riputazione; poiché avendo egli terminato il quadro di mezzo di San Matteo e postolo sù l'altare, fu tolto via dai Preti, con dire che quella figura non aveva decoro, né aspetto di santo, stando à sedere con le gambe incavalcate, e co' piedi rozzamente esposti al popolo. Si disperava il Caravaggio per tale affronto nella prima opera da esso pubblicata in chiesa, quando il Marchese Vincenzo Giustiniani si mosse à favorirlo, e liberollo da questa pena; poiché interpostosi con quei Sacerdoti, si prese per sé il quadro, e glie ne fece fare un altro diverso, che è quello che si vede ora sul'altare. »


Il Marchese Giustiniani era un ricco banchiere genovese nell'orbita della corte pontificia - oltre che vicino di casa del cardinal Del Monte, visto che aveva sede in palazzo Giustiniani di Roma con il fratello cardinal Benedetto Giustiniani - e fu protettore di Caravaggio per molti anni; collezionò moltissime delle sue opere e contribuì moltissimo alla formazione culturale del pittore. In più di un'occasione, grazie alle sue ramificate influenze, riuscì a salvare l'artista dalle gravose questioni legali nelle quali era spesso implicato per colpa della sua indole aggressiva.
Crocifissione di San Pietro, 1600-1601, Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.
I guai con la legge [modifica]

Durante il suo soggiorno presso Palazzo Madama (Roma), dimora del cardinal Del Monte, il Merisi si rese protagonista di un episodio spiacevole il 28 novembre del 1600, in cui malmenò e percosse con un bastone Girolamo Stampa da Montepulciano, un nobile che si trovava come ospite del prelato: ne conseguì una denuncia. In seguito gli episodi di risse, violenze e schiamazzi andarono via via aumentando; spesso il pittore venne arrestato e condotto presso le carceri di Tor di Nona.

Non sarebbe comunque stato il primo guaio con la legge per il turbolento artista. Il Bellori -uno dei suoi primi biografi- addirittura sostiene che, intorno al 1590-92, Caravaggio -già distintosi per risse tra bande di giovinastri- avrebbe commesso un assassinio, a causa del quale era fuggito da Milano prima per Venezia (dove studiò la pittura locale, in particolar modo Giorgione), e poi per Roma. Il suo trasferimento nella Città Eterna, dunque, non sarebbe stato una meta prefissata, ma la conseguenza di una fuga.
Amore vincitore, 1601-1602, Staatliche Museen, Berlino.

Nel 1602 dipinge La cattura di Cristo e Amor Vincit Omnia. Nel 1603 fu processato per la diffamazione di un altro pittore, Giovanni Baglione, che querelò sia Caravaggio sia i suoi seguaci Orazio Gentileschi e Onorio Longhi, colpevoli di aver scritto rime offensive nei suoi confronti. Grazie all'intervento dell'ambasciatore francese, Merisi, condannato al processo, venne liberato e trasferito agli arresti domiciliari, seppur per poco (in precedenza, aveva scontato già un mese di carcere a Tor di Nona).

Tra il maggio e l'ottobre del 1604 il pittore fu arrestato varie volte per possesso d'armi abusivo e ingiurie alle guardie cittadine; inoltre, fu querelato da un garzone d'osteria per avergli tirato in faccia un piatto di carciofi.

Nel 1605 fu costretto a scappare a Genova per circa tre settimane, dopo aver ferito gravemente un notaio, Mariano Pasqualone da Accumuli, a causa di una donna: Lena, l'amante di Caravaggio. L'intervento dei protettori dell'artista riuscì ad insabbiare l'accaduto anche se, al ritorno a Roma, il pittore venne querelato da Prudenzia Bruni, sua padrona di casa, per non aver pagato l'affitto; per ripicca, Merisi prese nottetempo a sassate la sua finestra, finendo nuovamente querelato. Nel novembre dello stesso anno, il pittore risulta degente per una ferita, che dice di essersi procurato da solo, cadendo sulla propria spada.
Morte della Vergine, 1601-1606, Museo del Louvre, Parigi.

Il fatto più grave però si svolse a Campo Marzio, la sera del 28 maggio 1606: l'artista si sporcò dell'omicidio di Ranuccio Tommasoni da Terni. A causa di una discussione causata da un fallo nel gioco della pallacorda, il pittore venne ferito e, a sua volta, ferì mortalmente il rivale, con il quale aveva avuto già delle discussioni in precedenza spesso sfociate in risse. Anche questa volta c'era di mezzo una donna, Fillide Melandroni, le cui grazie erano contese da entrambi. Probabilmente dietro l'assassinio di Ranuccio c'erano anche questioni economiche, forse qualche debito di gioco non pagato dal pittore, o addirittura politiche: la famiglia Tommasoni infatti era notoriamente filo-spagnola, mentre Michelangelo Merisi era un protetto dell'ambasciatore di Francia.

Il verdetto del processo per il delitto di Campo Marzio fu severissimo: Caravaggio venne condannato alla decapitazione, che poteva esser eseguita da chiunque lo avesse riconosciuto per la strada. In seguito alla condanna, nei dipinti dell'artista lombardo cominciarono ossessivamente a comparire personaggi giustiziati con la testa mozzata, dove il suo macabro autoritratto prendeva spesso il posto del condannato.
La fuga da Roma [modifica]

La permanenza nella città eterna non era più possibile: ad aiutare Caravaggio a fuggire da Roma fu il principe Filippo I Colonna, che gli offrì asilo all'interno di uno dei suoi feudi laziali di Marino, Palestrina, Zagarolo e Paliano.

Il nobile romano mise in atto una serie di depistaggi, grazie anche agli altri componenti della sua famiglia che testimoniarono la presenza del pittore in altre città italiane, facendo così perdere le tracce del famoso artista.

Per i Colonna Caravaggio eseguì in quel periodo diversi dipinti, su tutti la Cena in Emmaus, nella splendida e scarna versione che oggi è a Brera.
Gli ultimi anni (1606 - 1610) [modifica]
Sette opere di Misericordia, 1606-1607, Pio Monte della Misericordia, Napoli.
Il periodo napoletano [modifica]

Alla fine del 1606 Caravaggio giunse a Napoli, dove rimase per circa un anno. La fama del pittore nella città era ben nota a tutti. I Colonna lo raccomandarono ad un ramo collaterale della famiglia: i Carafa-Colonna, importanti membri dell'aristocrazia napoletana. Qui il Merisi visse un periodo felice e prolifico per quanto riguarda le commissioni: la più importante, ad opera di un mercante croato di Ragusa, Nicola Radulovic, fu la Madonna del Rosario; l'iconografia del dipinto venne impostata dal committente stesso che alla fine non acquistò più l'opera, che venne così modificata dal pittore e collocata all'interno della Cappella del Rosario nella chiesa dei domenicani. In tale periodo realizzò le Sette opere di Misericordia.
Flagellazione di Cristo, 1607, Museo di Capodimonte, Napoli.
Il soggiorno a Malta [modifica]

Nel 1607 Michelangelo Merisi parte per Malta, sempre per intercessione dei Colonna, qui entra in contatto con il Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni, Alof de Wignacourt, a cui il pittore fece anche un ritratto. Il suo obiettivo era diventare Cavaliere per ottenere l'immunità, in quanto su di lui pendeva ancora la condanna alla decapitazione. Il Caravaggio firma un documento dove dichiara che il suo luogo di nascita è proprio Caravaggio in provincia di Bergamo: "Carraca oppido vulgo de Caravagio in Longobardis natus". Questo dovrebbe far riflettere sulle numerose diatribe sul suo luogo di nascita.

Nel 1608 Caravaggio dipinge la Decollazione di San Giovanni Battista, il suo quadro più grande per dimensioni, tuttora conservato nella Cattedrale di La Valletta.

Dopo un anno di noviziato, il 14 luglio 1608 Caravaggio fu investito della carica di Cavaliere di grazia, di rango inferiore rispetto ai Cavalieri di giustizia di origine aristocratica. Anche qui ebbe dei problemi: fu arrestato per un duro litigio con un cavaliere del rango superiore e perché si venne a sapere che su di lui pendeva la condanna a morte. Venne rinchiuso nel carcere di Sant'Angelo a La Valletta, il 6 ottobre: riuscì incredibilmente ad evadere e a rifugiarsi in Sicilia a Siracusa. Il 6 dicembre i Cavalieri espulsero Caravaggio dall'Ordine con disonore: «Come membro fetido e putrido».
Decollazione di San Giovanni Battista, 1608, Concattedrale di San Giovanni, La Valletta.
Caravaggio in Sicilia [modifica]

A Siracusa, Caravaggio fu ospite di Mario Minniti, suo amico di vecchia data, conosciuto durante gli ultimi anni romani. Nella città siciliana si interessò molto all'archeologia studiando i reperti ellenistici e romani della città siciliana: durante una visita assieme allo storico Vincenzo Mirabella coniò il nome "Orecchio di Dionigi" per descrivere la Grotta delle Latomie.
Durante questo soggiorno dipinse per la Chiesa di Santa Lucia una pala d'altare del Seppellimento di santa Lucia (la patrona della città siciliana) la cui ambientazione sembra proprio quella delle vicine grotte da lui tanto ammirate.

Durante il suo tragitto, secondo molti critici e secondo lo scrittore Andrea Camilleri, si sarebbe fermato a Licata, dipingendo il S. Girolamo nella fossa dei leoni, dipinto che avrebbe creato il culto della festa del Venerdì santo nella località dell'agrigentino e il San Giacomo della misericordia presente nella omonima chiesa.

A Messina dipinse la Resurrezione di Lazzaro, tetra incompiuta e cimiteriale rappresentazione, la cui parte centrale è occupata dal corpo spasmodicamente teso nel gesto del braccio verso la luce, e l'Adorazione dei pastori, umile, raccolta, essenziale, calma.
Fece a Palermo per l'Oratorio della Compagnia di San Lorenzo una Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, ricordata da Giovan Pietro Bellori, di lì poi trafugata da Cosa nostra nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. Secondo il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza l'opera, passata da cosca a cosca ed esposta nei summit come simbolo di potere e di prestigio, fu bruciata negli anni Ottanta perché rosicchiata dai topi nel periodo in cui i Pullarà la tenevano in una stalla.[1] (L'episodio del furto ispirò l'ultimo romanzo di Leonardo Sciascia, Una storia semplice).
Adorazione dei pastori, 1609, Museo Regionale, Messina.
Il ritorno e la fine [modifica]

Alla fine dell'estate del 1609 Caravaggio tornò a Napoli. Il 24 ottobre, affrontato con violenza da alcuni uomini al soldo del suo rivale maltese, all'uscita della Locanda del Cerriglio (nei pressi di Via Monteoliveto), rimase sfigurato e la notizia della sua morte cominciò a circolare prematura. La fase creativa del suo secondo periodo napoletano è ricostruita dagli storici con molte congetture: dipinse sicuramente il Martirio di sant'Orsola per Marcantonio Doria, la Negazione di San Pietro, il San Giovanni Battista e il Davide con la testa di Golia conservati alla Galleria Borghese.

Diversamente attribuiti al periodo di Napoli o, preferendo considerare la committenza, di Malta, sono i due diversi quadri con medesimo soggetto: la Salomè con la testa del Battista esposto solo di recente in prestito alla National Gallery di Londra che il pittore avrebbe dovuto recapitare ai Cavalieri dell'Ordine, e la Salomè con la testa del Battista conservato a Madrid. Inoltre, il San Francesco che riceve le Stimmate, il San Francesco in meditazione e una Resurrezione (quest'ultima nota oggi attraverso una copia di Louis Finson ad Aix en Provence) andarono perduti durante il terremoto del 1805 col crollo della Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi, per la quale erano stati dipinti.
David con la testa di Golia, 1609-1610, Galleria Borghese, Roma.

Da Roma gli fu inviata la notizia che Papa Paolo V stava preparando una revoca del bando. Caravaggio, da Napoli, dove abitava presso la marchesa Costanza Colonna, si mise in viaggio con una feluca traghetto che settimanalmente faceva il tragitto: Napoli-Porto Ercole e ritorno; era diretto segretamente a Palo, feudo degli Orsini in territorio papale, luogo distante 40 km da Roma. In quel feudo avrebbe atteso in tutta sicurezza il condono Papale prima di ritornare, da uomo libero, a Roma.


Ma l'arrivo a Palo, disatteso perché segreto, avvenuto probabilmente di notte, causò il fermo dalla sorveglianza della costa per l'accertamento dell'identità. La feluca che lo aveva sbarcato, non potendo aspettare, proseguì il viaggio per Porto Ercole dove era diretta, portandosi dietro il bagaglio dell'artista. Quelle casse, però, contenevano anche il prezzo concordato dal Merisi con il Cardinale Scipione Borghese per la sua definitiva libertà: un'opera, il "San Giovanni Battista" (della Borghese) in cambio della revoca della pena di morte; pertanto, quel bagaglio era da recuperare perché letteralmente vitale. Quando gli Orsini lo liberarono, fornirono al Caravaggio una loro imbarcazione con marinai per giungere a Porto Ercole, distante da Palo 40 miglia, per recuperare le sue cose. L'artista giunse mentre la feluca-traghetto stava ripartendo riportando a Napoli i suoi averi.

In preda alla febbre per infezioni intestinali, dopo quel lungo viaggio, il Caravaggio fu lasciato alle cure della locale Confraternita che il 18 luglio 1610 certificò la morte avvenuta nel loro ospedale (La nota di morte.). Il giorno successivo, l'artista fu seppellito nella fossa comune ricavata nella spiaggia e riservata agli stranieri, e che oggi è il retroporto urbanizzato di Porto Ercole, dove nel 2002 è stato collocato il monumento. Pertanto, morto in ospedale e sepolto nella spiaggia.
Il condono papale fu spedito qualche giorno dopo a Napoli, alla Marchesa Costanza che abitava a Cellammare, a Palazzo Carafa Colonna da dove il Caravaggio era segretamente partito.
Attività artistica [modifica]
Cena in Emmaus, 1602, National Gallery, Londra.
Stile pittorico [modifica]

La particolare tecnica pittorica e realizzativa di Caravaggio, fu una delle chiavi del suo successo. Fino al suo avvento nella pittura, lo stile che caratterizzava la maggior parte degli artisti era estremamente legato ad un tipo di cultura accademica che si basava prevalentemente sullo studio dell'arte classica, con forti influssi derivati dai grandi protagonisti del periodo d'oro del Rinascimento italiano, su tutti le figure di Michelangelo e Raffaello, nel centro Italia; per quanto riguarda il settentrione la pittura si rifaceva soprattutto a Tiziano, Correggio e Leonardo. La rivoluzione di Caravaggio sta nel naturalismo della sua opera, espresso nei soggetti dei suoi dipinti e nelle atmosfere in cui la plasticità delle figure viene evidenziata dalla particolare illuminazione che teatralmente sottolinea i volumi dei corpi che escono improvvisamente dal buio della scena. Sono pochi i quadri in cui il pittore lombardo dipinge lo sfondo, che passa nettamente in secondo piano rispetto ai soggetti, i veri e soli protagonisti della sua opera. Per la realizzazione dei suoi dipinti, Caravaggio nel suo studio posizionava delle lanterne in posti specifici per far sì che i modelli venissero illuminati solo in parte, mediante la "luce radente". Attraverso questo artificio, Caravaggio evidenzia le parti della scena che più ritiene interessanti lasciando il resto del corpo nel buio dell'ambiente.
I soggetti [modifica]
Bacco, 1596-1597, Galleria degli Uffizi, Firenze.
I soggetti efebici e la presunta omosessualità [modifica]

Tra le opere giovanili del Caravaggio ci sono molti ragazzi seducenti solitamente intenti a suonare uno strumento (tradizionale accompagnamento all'amore) o mangiare un frutto (simbolo dell'appagamento dei sensi); sono giovani colti dalla strada, dai luoghi che lui amava frequentare come osterie, bische, bordelli e luoghi di malaffare della città. La continua proposta di questi personaggi ha fatto formulare a molti critici supposizioni riguardo alla presunta omosessualità dell'artista e dei suoi due più importanti committenti, il cardinale Del Monte ed il marchese Giustiniani, che conservavano molte di queste opere all'interno dei loro gabinetti privati; la più famosa tra queste è l'Amore vincitore, dipinto dai forti toni sensuali, che l'artista dovette replicare per entrambi i committenti.

L'opinione contraria di Maurizio Calvesi:
« In realtà, la presunta omosessualità del Caravaggio, utile ad aggiungere un tocco al quadro del suo "maledettismo", è probabilmente solo un abbaglio; e questo discende da una discutibile esegesi di alcuni dipinti del primo periodo romano, che presentano figure effeminate o ritenute provocanti. A lungo, del resto, ci si è rifiutati (e molti ancora si rifiutano) di applicare al Caravaggio quella lettura secondo i codici "iconologici" dell'epoca, che consente di apprezzare le bellissime e rivelatrici simbologie di cui la sua pittura è intessuta, pur nell'approccio realistico. Senza intendere il contesto dei simboli ogni scelta di figure o di oggetti appare come il frutto di un impulso immediato, orientando verso interpretazioni soggettive e modernizzanti. »


Sta di fatto che è documentata la frequentazione del Caravaggio, specie nei suoi anni romani, di diverse prostitute, alcune delle quali, come è noto, ritratte nei suoi dipinti. Secondo alcuni autori inoltre (H. Langdon) lo stesso omicidio di Ranuccio avrebbe avuto solo come pretesto una questione di gioco, ma sarebbe dovuto in realtà alla rivalità tra Caravaggio e il Tommasoni per i favori di una donna.
Cattura di Cristo nell'orto, 1602, National Gallery of Ireland, Dublino.
Gli altri soggetti [modifica]

Non solo soggetti efebici caratterizzarono le pitture di Caravaggio, spesso la rappresentazione, anche nelle opere ufficiali per committenze pubbliche, di personaggi vecchi e deformi nei panni di venerati santi e di prostitute e umili donne nelle vesti di importanti figure femminili della storia della chiesa. L'utilizzo di questi modelli fu motivo di molte critiche che accusavano l'artista di esaltare la goffaggine e la sporcizia di certi personaggi, lasciando da parte l'idealizzazione della bellezza e la ricerca di una perfezione compositiva, particolarità da sempre ricercate dagli artisti precedenti, specie nella rappresentazione di soggetti appartenenti alla storia della religione.
Canestra di frutta, 1595-1596, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.
La natura [modifica]

Nelle prime opere del Caravaggio si trovano spesso splendidi particolari di nature morte, ma una sola è la composizione completa che ci sia pervenuta, la Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana. Ciò è riferibile soprattutto al periodo di apprendistato nella bottega dal Cavalier d'Arpino. La frutta rappresentata da Merisi è in perfetta sintonia con i personaggi. Le foglie appassite, con il loro stato di maturazione avanzata, danno l'idea di una particolare atmosfera di decadenza autunnale. Tradizionalmente, alle nature morte venivano associati significati allegorici,e l'appassire di frutta e verdura in questo caso sembra parlare del rapporto di convivenza tra vita e morte.
I ritratti [modifica]

Il pittore non dipinse molti ritratti e di quei pochi restano soltanto quattro o cinque (l'unico ritratto femminile, quello di una cortigiana, probabilmente Fillide Melandroni, modella per dipinti dell'artista, andò distrutto a Berlino, nel Kaiser Friedrich Museum durante la Seconda guerra mondiale). Sopravvivono inoltre il ritratto del cardinale Maffeo Barberini (che poi sarà papa col nome di Urbano VIII), quello del Gran Maestro dei cavalieri di Malta Alof de Wignacourt con un paggio, il ritratto di un altro Cavaliere di Malta, Antonio Martelli, quello di un gentiluomo sconosciuto e quello del Papa Paolo V (di incerta attribuzione).
San Gerolamo scrivente, 1605-1606, Galleria Borghese, Roma.
Importanti committenze [modifica]

Tra il 1600 ed il 1606 Caravaggio dipinse per alcune chiese romane quattro importanti tele laterali e cinque pale d'altare (compresa la Deposizione nel sepolcro, ora alla Pinacoteca Vaticana, ma dipinta per la seconda cappella a destra in S.Maria in Vallicella, la chiesa Nuova di Roma), di cui tre (San Matteo e l'angelo, Morte della Vergine e Madonna dei Palafrenieri) furono rifiutate o rimosse perché ritenute rappresentazioni disdicevoli e poco decorose del soggetto sacro.

Molti quadri di Caravaggio raffigurano santi, i tre più rappresentati sono san Francesco, san Girolamo e san Giovanni Battista. San Francesco appare di solito come una figura ascetica in preghiera, San Girolamo come un vecchio intento a scrivere e San Giovanni come un giovane, praticamente nudo, nel deserto.
La riscoperta [modifica]
Caravaggio sulla banconota da 100.000 lire.

Famoso ed ammirato in vita, Caravaggio fu quasi completamente dimenticato nei secoli successivi alla sua morte, e solo all'inizio del XX secolo la sua importanza nello sviluppo dell'arte pittorica moderna fu universalmente riconosciuta. Ciò nonostante, la sua influenza sul nuovo Barocco - lo stile pittorico che emerse dalle rovine del Manierismo - fu profonda.

André Berne-Joffroy, autore di Le Dossier Caravage, disse di lui: "Ciò che inizia con l'opera di Caravaggio è molto semplicemente la pittura moderna."[2]
Caravaggismo [modifica]
Deposizione nel sepolcro, 1602-1603, Musei Vaticani, Roma.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Caravaggisti.

Con questo termine si indica lo stile degli artisti che si ispirano al Caravaggio. Nei dipinti caravaggeschi troviamo grande realismo nel riprodurre le figure, rappresentate generalmente su uno sfondo monocromo, e illuminate da una luce violenta. I principali pittori caravaggisti sono Bartolomeo Manfredi, Carlo Saraceni, Orazio e Artemisia Gentileschi, Giovanni Antonio Galli (detto lo Spadarino), Francesco Boneri (più noto come Cecco del Caravaggio), Gerrit van Honthorst, Hendrick ter Brugghen, Giovanni Serodine, Battistello Caracciolo, José de Ribera; in questi ultimi due, operanti a Napoli, ritroviamo riproposto lo stile degli ultimi anni del Caravaggio, caratterizzato da atmosfere molto cupe. Carlo Sellitto, anch'egli operante in Napoli (sua città natale), viene invece definito dagli storici dell'arte il primo caravaggesco napoletano[3]; ma la monumentale opera del Caravaggio influenza anche una fitta schiera di grandi artisti d'Oltralpe, tra i quali: Louis Le Nain, Georges de La Tour, Valentin de Boulogne, Simon Vouet, Zurbaràn, Velàzquez, Murillo, Matthias Stomer, Rubens, Van Dyck, Rembrandt, Vermeer, Elsheimer; inoltre, influenze caravaggesce pervadono le opere di artisti ottocenteschi quali: David, Goya, Gericault, Delacroix, Courbet[4].
Film su Caravaggio [modifica]

Sono stati girati due lungometraggi sulla vita del pittore: il primo, Caravaggio, il pittore maledetto, diretto da Goffredo Alessandrini, è del 1941. È del 1986 la seconda opera cinematografica dedicatagli, Caravaggio, diretto da Derek Jarman. Il mediometraggio Caravaggio. L'ultimo tempo (1606-1610), opera del regista napoletano Mario Martone, è del 2004.

Nel 1967 la Rai trasmise lo sceneggiato televisivo Caravaggio con la regia di Francesco Blasi e Gian Maria Volonté nella parte dell'artista.

Nel 2002 il cortometraggio "Vernissage! 1607 Caravaggio" di Stella Leonetti racconta la presentazione di uno dei dipinti dell'artista, Le sette opere di Misericordia.

Nel 2006 è stato prodotto un nuovo sceneggiato televisivo di due puntate Caravaggio, regia di Angelo Longoni, con Alessio Boni, Claire Keim, Jordi Mollà, Paolo Briguglia, Elena Sofia Ricci, Francesco Siciliano, Sarah Felberbaum, Benjamin Sadler, fotografia di Vittorio Storaro e musiche di Luis Bacalov. È stato messo in onda su RaiUno il 17 e il 18 febbraio del 2008.

TIPI DI GOVERNO

MONARCHIA ASSOLUTA
la monarchia assoluta è un ordinamento nel quale i poteri dello Stato sono tendenzialmente accentrati nelle mani del sovrano, il quale non incontra limiti giuridici al loro esercizio.
Deriva dal latino "legibus solutus" (sciolto dal rispetto delle leggi). L'esempio classico è la monarchia francese di Luigi XIV (nel XVII secolo).
MONARCHIA COSTITUZIONALE
Nella monarchia costituzionale il sovrano regna e governa, ed ha poteri limitati e stabiliti da una costituzione, ma tuttavia più vasti di quelli di cui godrebbe in una monarchia parlamentare. La funzione legislativa è esercitata collettivamente dal Re e dal Parlamento, il Re è anche titolare del potere esecutivo, che viene però affidato ad un Governo, che dipende dal volere del Re. Al Sovrano spettano inoltre poteri rappresentativi e quelli di nomina di altre cariche, come quelle della magistratura. Il Re concorre alla prassi legislativa attraverso il potere di nomina dei membri di una delle due Camere del Parlamento – si tratta della Camera Alta che ha, tuttavia, in genere poteri più ristretti, rispetto a quella eletta dal popolo; inoltre, a seconda delle costituzioni, il monarca può conservare un potere di veto, parziale o assoluto, all’atto della promulgazione delle leggi; oggi, per esempio, senza la firma del Granduca, nessuna legge può entrare in vigore nel Lussemburgo: egli dispone di un diritto di veto assoluto, sebbene il Granducato si configuri più come una monarchia parlamentare che costituzionale. Il potere giudiziario, infine, viene amministrato da un corpo di funzionari a ciò preposti, i giudici, la cui indipendenza è garantita dal Sovrano; essi amministrano la giustizia in nome del Re. In questa formula, come si vede, il Capo del Governo non è che un fiduciario del Sovrano; pertanto, l’eventuale voto di sfiducia da parte del Parlamento non può determinarne la caduta.
Repubblica presidenziale
è una forma di governo in cui il potere esecutivo si concentra nella figura del Presidente che è sia il capo dello Stato sia il capo del governo. Generalmente è eletto direttamente dai cittadini e forma il suo governo; essendo capo di stato non ha bisogno di voto di fiducia parlamentare anche perché, avendo già ottenuto il voto della maggioranza dei cittadini tramite il loro voto, non ha bisogno della fiducia dei loro rappresentanti. La legittimazione attraverso il voto conferisce al presidente una chiara superiorità rispetto ai suoi ministri, non sempre rimarcato nei sistemi parlamentari.
Il Parlamento, eletto indipendentemente dal Presidente, è il solo titolare del potere legislativo. Per controbilanciare il grande potere politico affidato al Presidente, infatti, ai deputati viene affidata l'esclusiva potestà di iniziativa legislativa. Il Presidente non può assolutamente modificare le leggi se non affidandosi a deputati a lui vicini che agiscano secondo i desideri del Capo dello Stato. La potestà legislativa non può essere delegata in alcun modo al governo neanche per motivi d'urgenza. Questa netta divisione funzionale fra Parlamento e Presidente si riflette nell'insindacabilità politica reciproca fra i due organi: il Parlamento non può licenziare il Presidente il quale a sua volta non può sciogliere le Camere. È il principio cardine della Separazione dei poteri che garantisce la democraticità di questa forma di governo. Tuttavia è presente un sistema di controllo reciproco (check and balances, ossia freni e contrappesi) con cui i titolari dei suddetti due poteri si limitano: il parlamento ha il potere della borsa (approvazione del bilancio e degli interventi comportanti nuove spese), mentre il presidente è titolare del potere di veto.
A corollario del sistema, secondo i principi di Montesquieu, vi è l'indipendenza del potere giudiziario il quale, diretto da una Corte Suprema nominata dal Presidente, ne è comunque totalmente autonoma in quanto non revocabile e vitalizia.
REP.PARLAMENTARE
Nel sistema politico detto repubblica parlamentare il parlamento è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare, in quanto tale elegge in modalità differenti sia il governo che il presidente.
Il presidente ha una funzione di garanzia verso le parti politiche e di rappresentanza dell'unità nazionale, perciò usualmente non ha forti poteri di influenza politica sulle istituzioni.
Il parlamento si rapporta con il governo tramite il voto di fiducia, in questo modo esso ha perennemente il controllo sull'agire dell'esecutivo con la possibilità di revocarlo e nominarne un altro.
Il giudizio sull'operato di una certa maggioranza parlamentare e del suo governo viene quindi espresso dai cittadini solo tramite il rinnovo dell'assemblea legislativa, diversamente da quanto avviene nelle repubbliche presidenziali.
Tale forma di governo è quella attualmente dominante in Europa.
REP.costituzionale

Rep.federale
La caratteristica principale di una federazione sta nel fatto che, in esso, i tre poteri sono divisi sia in modo funzionale (legislativo, esecutivo e giudiziario) sia territoriale, in quanto il potere è diviso tra livelli differenti di governo che sono al tempo stesso indipendenti e coordinati, posti su piani paralleli.
Negli Stati federali esistenti finora i livelli di governo identificati sono stati fondamentalmente due: quello dello Stato federale e quello degli Stati membri. Ma in questi ultimi anni è emersa la forte esigenza, soprattutto nell'Europa occidentale, di riformare in senso federale anche gli Stati membri e di riconoscere quindi come livelli di potere autonomo tutte le comunità locali, dalle regioni fino al livello più vicino al cittadino: le città e i loro quartieri.
Diversamente da quanto accade negli Stati unitari, nello Stato federale il governo centrale detiene soltanto le competenze ed i poteri necessari per garantire l'unità politica ed economica della Federazione (quindi: politica estera, difesa, politica economico-monetaria).
Agli altri livelli, non posti in basso, ma sullo stesso piano di quello federale, è attribuita piena capacità di autogoverno in tutte le materie che non siano conferite al governo federale. Ogni livello di governo dev'essere indipendente da quello superiore nella sfera che gli è propria ed esclusiva.
Proprio per quest'equilibrio costituzionale la composizione del potere legislativo, risulta caratterizzata da un bicameralismo di tipo particolare. Prendendo come esempio gli Stati federali esistenti, un ramo del parlamento rappresenta il popolo della federazione in misura proporzionale al numero degli elettori, mentre l'altro è composto dai rappresentanti degli Stati. La Germania vede il Bundesrat, cioè la camera degli Stati federati della Germania, avere un numero di rappresentanti non fisso, ma stabilito in base alla popolazione; la differenza col sistema vigente negli Stati Uniti d'America, dove, tra l'altro, al senato vanno due rappresentanti per ogni Stato, prescindendo dalla loro estensione e demografia, sta nel fatto che, mentre il senato americano è eletto a suffragio universale, il Bundesrat è invece nominato dai governi degli Stati federati: ciononostante anche lo Stato tedesco è federale, dato che le regioni (Länder) hanno amplissimi poteri.
Le leggi, in qualsiasi Stato federale, per essere approvate devono avere sia il consenso della maggioranza dei rappresentanti del popolo della federazione, sia quello della maggioranza degli Stati membri, che mandano i loro rappresentanti nel Senato o Camera degli Stati. Questo tipo di bicameralismo viene riprodotto in tutti i livelli di governo (Federazione, Stati Federati, Regioni, forse anche le Province, sicuramente i Comuni).
Affinché la divisione dei poteri tra governo centrale e governi locali sia assicurata, essa deve essere non solo sancita da una Costituzione scritta, anche tutelata da un potere autonomo che annulli i provvedimenti legislativi e amministrativi incostituzionali e che si pronunci in ultima istanza inequivocabile e inappellabile negli eventuali conflitti di attribuzione dei poteri.
Questo potere è il potere giudiziario che fonda la propria indipendenza proprio sull'esistenza di diversi livelli di governo (ciascuno dei quali ha interesse a tutelare l'indipendenza del potere giudiziario rispetto agli altri livelli) e che può quindi garantire il primato della Costituzione (che quindi dev'essere rigida) imponendone il rispetto a tutti gli organi dello Stato federale.
Infine, se nessun'autorità di governo dev'essere subordinata alle altre nell'ambito delle proprie competenze, è indispensabile che ciascuna disponga delle risorse necessarie per lo svolgimento delle funzioni assegnatele dalla Costituzione. Tutte devono quindi avere il potere di riscuotere imposte per finanziare i propri servizi e le proprie politiche.
Riguardo poi al potere esecutivo non è indispensabile che chi lo detiene sia indipendente dalla fiducia del parlamento (come avviene negli Stati Uniti che sono anche una repubblica presidenziale); è però essenziale che il governo sia stabile e che duri tutta la legislatura. Esistono stati federali che sono repubbliche parlamentari, come la Germania e l'Austria, in cui vige il cancellierato.
Dagli stati federali si distinguono le confederazioni, nelle quali gli stati membri sono soggetti di diritto internazionale.
Autarchia
Il termine autarchia definisce, oltre al concetto di autosufficienza giuridica, ossia di autogoverno, quello di autosufficienza economica, chiamato anche economia chiusa, in cui non sono presenti relazioni commerciali con l'estero e l'ecosistema economico nazionale non è influenzato dalle tendenze internazionali.
Un esempio di autarchia economica può essere individuato nell'Italia fascista e nella Germania nazista.
Il clima teso delle relazioni internazionali e il pericolo di una imminente dichiarazione di guerra aveva spinto diversi Paesi ad accogliere il principio economico in base al quale una nazione deve essere in grado di produrre autonomamente tutto ciò di cui ha bisogno.
In Italia fu adottata una politica autarchica come risposta alle sanzioni economiche, quali il blocco del commercio d'armi, imposte dalla Società delle Nazioni per l'invasione dell'Abissinia. Vennero a mancare perciò alcuni rifornimenti di materie prime, ma l'efficacia delle sanzioni fu diminuita dal fatto che esse non riguardavano il petrolio ed il carbone essenziali all'industria italiana e dal fatto che diversi Paesi con cui l'Italia aveva intensi rapporti commerciali (per esempio la Germania) non aderivano alla Società delle Nazioni (e quindi non rispettarono affatto il blocco) mentre altri paesi membri applicarono in modo blando le sanzioni.
Il regime fascista, anche per ragioni di propaganda, dette un largo spazio ai prodotti autarchici.
A tale proposito Cesare Marchi in "Quando eravamo povera gente" riferisce che il modo di dire "roba di prima", volendo indicare merce di qualità, nacque allora. "Prima" non era la posizione nella graduatoria della qualità, ma voleva dire roba di prima delle sanzioni - e quindi dell'autarchia, con riferimento iniziale ai tessuti (quelli inglesi erano ritenuti i migliori), poi esteso a tutte le merci ed ai cibi. Uno dei prodotti che invece ebbe successo (e difatti esiste tuttora) è il formaggio italico, creato unificando in un unico processo tutti i processi di produzione dei vari formaggi.
La Societá delle Nazioni cancelló le sanzioni dopo soli sette mesi, ma gli effetti politici ed economici sull'Italia proseguirono, grazie all'abile sfruttamento da parte della propaganda fascista, ed i programmi autarchici durarono per anni, fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Un risultato positivo dell'autarchia fu lo sviluppo della ricerca scientifica soprattutto nella chimica, in cui grande ruolo ebbero l'Istituto Guido Donegani, la Società Agricola Italiana Gomma Autarchica, e l'Azienda nazionale idrogenazione carburanti (ANIC), per la produzione di carburanti autarchici partendo dal carbone.
Con il dopoguerra la politica a livello mondiale si spostò al libero mercato ed in breve furono aboliti tutti gli istituti e le normative basati sull'autarchia.
Oggi le situazioni di autarchia sono molto rare.
Difatti, una delle caratteristiche fondamentali che hanno caratterizzato i governi democratici che si sono succeduti nell'ultimo dopoguerra, è quella dell'interdipendenza sia politica che economica che ha trovato la sua più ampia e valida espressione in Europa nella costituzione dell'Unione Europea.
La politica a cui i governi europei si sono ispirati, è esattamente l'opposto di quella autarchica: ad una politica isolazionista hanno contrapposto una politica di apertura e collaborazione internazionale.
Inoltre, con il termine autarchia ci si riferisce al fatto che l'ente locale, per operare, adotti veri e propri provvedimenti amministrativi di tipo autoritario, per niente differenti da quelli adottati dagli organi statali.

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TESTI CANZONI RECITA

TESTI RECITA
Le donne sono furbe
1 Si sa si sa che il mondo gira si sa e da sempre l’uomo ha creduto di sapere comandar però ogni donna sa che non è così .Lo sa e si burla di lui s’intende di sport e non parla d’amore al bar come l’uomo vuole andar e purtoppo questo mai non cambierà.
Ritornello:Perché è furba più di noi,
perché ha un senso piu di noi
perché sempre di più comanda lei:
perché?
2 Però io no non le rincorro perché io rimango fermo ed aspetto che … che qualcuna venga qui e posso offrirmi un dì, una villa a Cannes. E poi la “Ferrari coupè”, un bel “cincillà” e magari uno yacht ma chissà,ma chissà se troverà un minuto per venire qui da me.
Ritornello:Perché è furba più di noi,
perché ha un senso piu di noi
perché sempre di più comanda lei:
perché?
Cogli la prima mela
Bella che così fiera vai non lo rimpiangerai coglila la prima mela x3 ah
Bella che così fiera vai non ti mentire mai cogli la prima mela x3 ah
Danzala la vita tua al ritmo del tempo che va ridila la tua allegria
Cogli la prima mela ah danzala la vita tua al ritmo del tempo che va ridila
la tua allegria Cogli la prima mela ah.

Canzone solo della prima…

Un poco di zucchero
Con un poco di zucchero
la pillola va giù
la pillola va giù
la pillola va giù
Basta un poco di zucchero
e la pillola va giù
tutto brillerà di più!

Se Il pettirosso il nido fa
e un po'di sosta mai non ha
che compito scappar di qua e di là
ma nonostante il suo daffar
non smette mai di cinguettar
lui sa che allor
più lieve è il suo lavor

Con un poco di zucchero
la pillola va giù
la pillola va giù
la pillola va giù
Basta un poco di zucchero
e la pillola va giù
tutto brillerà di più!

Allor che vola avanti e indietro
un'ape intenta al suo lavor
non si stanca mai né smette di ronzar
poichè ogni tanto può sostar
un po'di miele ad assaggiar
e ancor trovar
ch'è dolce lavorar

Con un poco di zucchero
la pillola va giù
la pillola va giù
la pillola va giù
Basta un poco di zucchero
e la pillola va giù
tutto brillerà di più!
Allor che vola avanti e indietro
un'ape intenta al suo lavor
non si stanca mai né smette di ronzar
poichè ogni tanto può sostar
un po'di miele ad assaggiar
e ancor trovar
ch'è dolce lavorar
Con un poco di zucchero
la pillola va giù
la pillola va giù
la pillola va giù
Basta un poco di zucchero
e la pillola va giù
tutto brillerà di più!
QUANTO SEI BELLA ROMA

Quanto sei bella roma,quanto sei beeella romaa a prima sera..
Er tevere te servee,er teveree te serve da cintura..
San Pietro er Campidoglio da lettieraa,quanto sei bella ROMA, quanto sei bella ROMA a prima sera...
Gira se la voi giraaa,canta se la voi cantaaa.
ROMA che è la piu bella....ROMA che la piu bella sei der monno...
Io penso sto stornello,io penso sto stornello e te lo manno...
tu me parli d'amore e io t'ha risponno...ROMA che la piu bella...ROMA che la piu bella...sei der monno....
Gira se la voi gira...canta se la voi cantaa.
2-3 STACCHI BALLARò

SIGLA PORTA A PORTA

RAP
LA DONNA NON è UN OGGETTO MERITA RISPETTO
RECLAMIZZA I PRODOTTI DELLA PUBBLICITà NON VENDERE LA FEMMINILITà
LO STUPRATORE è UN CRIMINALE E VA PUNITO COME TALE
LA DONNA IN CARRIERA NEL LAVORO è UNA MINIERA
RISPETTATE LA NOSTRA INTELLIGENZA (PARLATO)
DONNE
Donne du du du in cerca di guai
donne al telefono che non suona mai
Donne du du du in mezzo a una via
donne allo sbando senza compagnia
Negli occhi hanno dei consigli e tanta voglia di avventure e se hanno fatto molti sbagli sono piene di paure
Le vedi camminare insieme
nella pioggia o sotto il sole
dentro pomeriggi opachi senza gioia ne dolore
Donne du du du
pianeti dispersi ,
per tutti gli uomini così diversi
Donne du du du amiche di sempre
donne alla moda donne contro corrente
Negli occhi hanno gli areoplani
per volare ad alta quota
dove si respira l'aria e la vita non è vuota
Le vedi camminare insieme nella pioggia o sotto il sole
dentro pomeriggi opachi
senza gioia ne dolore
Donne ,ooh
Donne…
Donne du du du in cerca di guai
Donne al telefono che non suona mai
Donne du du du in mezzo a una via
donne allo sbando senza compagnia
donne allo sbando senza compagnia Donne…
INNO SEZIONE G









Daniele Calderai

sabato 13 febbraio 2010

Nuclear Lifestyle

LIBERIAMO L'ITALIA DAL NUCLEARE!!!Nuclear Lifestyle

sabato 9 gennaio 2010